martedì 9 aprile 2013

Anche a Mosca arriva la catastrofe: nella metropolitana


Non so come vi rapportiate ai film del filone "catastrofico", io abbastanza bene, mi divertono, generano adrenalina e poi si ha la consapevolezza che nessuno si è fatto davvero male. 
A febbraio 2013 c'è stata la prima del film Metro, del regista Anton Megerdichev, la sceneggiatura del quale è basata sull'omonimo romanzo di Dmitrij Safonov. Il film doveva uscire il 21 dicembre 2012, come vediamo dalla seconda locandina con la torre del Cremlino in bella vista, ma per motivi ignoti la presentazione è stata spostata al 21 febbraio di questo anno.
L'azione si svolge nella Metropolitana di Mosca, inaugurata nel 1935. A causa delle costruzioni nuove e moderne nel centro di Mosca il terreno comincia a cedere e l'acqua della Moscova inizia a penetrare nei tunnel della metropolitana, ormai incapace di sopportare il nuovo carico. Naturalmente uno dei tecnici si accorge del problema, ma, nella migliore tradizione del cinema catastrofico, non viene creduto, anche perché, caso strano, il soggetto indulge nell'abuso di alcol. 
La linea in cui si svolge l'azione è la Kol'cevaja, ovvero quella dell'anello circolare che unisce tutte le linee della metropolitana, quella che delimita il centro della città. Il guidatore distratto si accorge troppo tardi dell'infiltrazione dell'acqua e della frana, cerca di frenare ma non ci riesce, il treno esce dai binari e succede la catastrofe, molti viaggiatori muoiono sul colpo, altri riescono a raggiungere l'uscita, altri invece sono intrappolati nei vagoni e non vogliono uscire per paura che le rotaie siano ancora elettrificate.


Ovviamente la storia della catastrofe si intreccia con quella delle vittime, intrappolate nei tunnel, minacciate dall'acqua, attaccate dai topi e con al seguito l'immancabile cagnolino e chi più ne ha più ne metta.
Gli "eroi per caso" della vicenda  sono due: il medico Andrej Garin (Sergej Puskepalis foto a destra), tipo orsetto baribal e l'uomo d'affari Vlad Konstantinov (Anatolij Belyj, a sinistra) tipo invece da copertina, che, guarda caso, sono il marito e l'amante della stessa donna, la bella Irina interpretata da Svetlana Chodchenkova. La donna è al lavoro ignara, con loro nel tunnel c'è invece la figlia di Andrej e Irina, la dodicenne Ksjusha (diminutivo di Ksenija).
Gli uomini che, sanno l'uno dell'altro cominciano a manifestare una rivalità acuta (Vlad aveva visto le foto di Andrej a casa di Irina e Andrej ricordava Vlad come un vecchio compagno di corso della moglie) che si trascinerà fino alla fine.

Dopo varie peripezie, il gruppetto composta anche da un giovane e generoso cameriere, una ragazza malata di asma che continua a perdere l'inalatore e da una senzatetto alcolizzata riesce a raggiungere un luogo asciutto, un pozzo con l'uscita sulla strada, qui Andrej riesce a telefonare alla moglie, ma la salvezza è ancora lontana. Non vogliamo svelarvi il finale, diciamo soltanto che il gruppetto deve sbrigarsi a uscire dalla metropolitana perché le operazioni di consolidamento del tunnel verranno effettuate con l'azoto liquido e questo significherebbe la morte istantanea di tutti. 
Il film ricorda per certi aspetti il film Daylight, Trappola nel Tunnel del 1996 con Sylvester Stallone e Viggo Mortensen e anche gli attori russi ricordano vagamente i due attori  holliwoodiani.  Il film di oggi è sicuramente più potente dal punto di vista grafico, sono passati 17 anni, ma i rapporti umani sono quelli di sempre, vengono mostrare persone dei più diversi strati sociali e guardando il film viene da chiedersi: "E io? Come mi sarei comportato? Che reazioni avrei avuto?". 
L'importanza dei media è sottolineata e anche il fenomeno dei video, la gente nella metropolitana sta per morire ma allo stesso tempo riprende, riprende, riprende con il cellulare. 
Bellissime sono le vedute della città, il Cremlino, la Chiesa del Salvatore, il Monastero delle Vergini. ma ancor più bella è la visione di insieme, dei panorami che fanno sembrare allo spettatore di trovarsi a Mosca in quel momento, tanto le riprese sono tecnicamente perfette.
Il regista, moscovita DOC, dice di aver voluto descrivere la situazione disperata della sua città che sta diventando sempre  meno adatta per i cittadini comuni e il disastro della metropolitana è sono la punta di un enorme iceberg. 
Le impressionanti scene sotterranee sono stata ricostruite negli studi di Mosfilm e si sono utilizzate ben 140 tonnellate di acqua, d'altro canto però Mosca non ha dato il permesso di girare il film nella metropolitana per cui le riprese in metro (nei depositi e nel tunnel) sono state effettuate nella città di Samara. All'inizio si era pensato di girare a Minsk, ma dopo l'attentato dell'aprile 2011, in cui una bomba posizionata nella centrale stazione Oktjabrjaskaja aveva ucciso 15 persone, non se ne fece più nulla. 


Una chicca, il giovane aiuto macchinista Vasja, è il figlio del musicista Andrej Makarevich (chitarrista dello storico gruppo rock Mashina Vremeni). Ivan Makarevich, è attore affermato e batterista (foto a sinistra).
Adorabile, anche se forse un po' rigida nell'interpretazione, Svetlana Chodchenkova, un "incrocio" tra la bellissima Ann Frances e un'eterea Audrey Hepburn. 
Nota finale: il film secondo me è da vedere, interessante, ben fatto e anche commovente.  Aspettiamo fiduciosi i sottotitoli e magari una distribuzione italiana. Al cinema deve essere spettacolare, ne sono la prova le centinaia di recensioni e commenti entusiastici che si trovano sul Web.


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